lunedì 16 febbraio 2015

San Martino- Giosuè Carducci

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

 ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Giosuè Carducci- San Martino (1883)

La poesia descrive in maniera rapida il paesaggio circostante, individuandone le caratteristiche principali (in maniera simile a quella che sarà adottata da Pascoli e che si è soliti definire ''impressionistica'').
La lirica tuttavia, nasconde significati che possono essere colti solo ''scavando'' più a fondo nel testo.

La prima strofa è collegata ad un senso di morte che sembra aleggiare sui colli che vengono definiti ''irti'', proprio ad indicare il carattere minaccioso delle fronde spoglie degli alberi; la natura, inoltre, trasmette un senso di angoscia e inquietudine nel lettore, che vede il suo culmine nell' urlo del mare, descritto come una creatura aggressiva.
Le strofe centrali portano invece il lettore a pensare a delle immagini, liete, solari, legate alla vita quotidiana (vino...), confortando l'animo inizialmente spaventato.
L'ultima strofa si ricollega a quella iniziale: sono dunque rievocate le immagini di morte, caratterizzate dagli uccelli neri, paragonati a tetri pensieri che vanno a morire verso l'ignoto.

Appare dunque chiaro come la presenza di immagini e pensieri legati alla morte porti l'autore a cercare riparo nelle immagini della vita di tutti i giorni, sperando di trovare un rifugio sicuro, nel quale sentirsi protetto; tuttavia queste figure sono solo illusorie e non riescono a distogliere il poeta dal pensiero quasi opprimente delle morte, sentita come ''urgente'' e per questo spesso rievocata, portando il lettore a pensare che l'angoscia per la morte trionfi (anche attraverso la posizione delle strofe relative ad essa, I e IV, rispettivamente ad aprire e chiudere il testo).


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