domenica 1 febbraio 2015

Charles Baudelaire- Spleen

Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala, come
un pipistrello che la testa picchia
su fradici soffitti; e quando ìmita
la pioggia, nel mostrare le sue strisce
infinite, le sbarre di una vasta
prigione, e quando un popolo silente
di infami ragni tende le sue reti
in fondo ai cervelli nostri, a un tratto
furiosamente scattano campane,
lanciando verso il cielo un urlo atroce
come spiriti erranti, senza patria,
che si mettano a gemere ostinati.

E lunghi funerali lentamente
senza tamburi sfilano nè musica
dentro l'anima: vinta, la Speranza
piange, e l'atroce Angoscia sul mio cranio
pianta, dèspota, il suo vessillo nero.



Charles Baudelaire- Spleen

Attraverso l'opera proposta si riesce a comprendere il concetto di Spleen, secondo Baudelaire; è possibile tradurre il termine spleen, attraverso i termini della psicanalisi moderna, introdotta nel 1900 da Sigmund Freud con ''l'interpretazione dei sogni'' (molto precedente dunque a Baudelaire) con un concetto simile a quello stato d'animo che si usa definire depressione.

La lirica presenta immagini contrapposte che rimandano all'interiorità del poeta e al mondo esterno in cui esso si muove; proprio il mondo esterno è descritto attraverso elementi freddi e cupi: al pari di un paesaggio autunnale spoglio e freddo, vi è un cielo livido e pesante che incombe sulla testa del poeta, come fosse un vero e proprio coperchio sulla città intera; la terra prende le sembianze di una grande cella, e la pioggia sembra disegnare le sbarre di una ideale prigione.

L'interiorità è espressa dall'autore attraverso l'immagine di un pipistrello, il quale non riesce a staccarsi dalla dimensione terrena (a cominciare un volo ideale) poichè chiuso nell'angusta cella che è la realtà terrena, o dell'angoscia, che al pari dello Spleen, risulta totale vincitrice sul poeta, che incapace di reagire, risulta invecitabilmente sconfitto.

L'ultima strofa rappresenta in maniera eloquente la situazione dell'autore: dopo aver preso coscienza della sua situazione, egli perde anche l'estrema illusione, la Speranza, e un mesto corteo, che rappresenta la rassegnazione del poeta, assiste alla vittoria inesorabile dell'angoscia, che simbolicamente pianta un vessillo nero (il termine nero posto come ultima parola del testo assume in questo senso un valore molto incisivo) sul cranio dello scrittore.

1 commento:

  1. Se avete particolare interesse in un autore, o una poesia specifica, fatemelo sapere e soddisferò le vostre richieste c:

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