lunedì 2 febbraio 2015

Giacomo Leopardi- A se stesso

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, nè di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura il brutto 
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.

Giacomo Leopardi- Canti

La lirica è compresa nel ''Ciclo di Aspasia'', un ciclo di 5 poesie, composte dall'autore, a seguito della sua delusione amorosa, legata all'amore non corrisposto per Fanny Targioni Tozzetti.
Questo porterà Leopardi a concepire questa lirica che esprime in maniera forte ed evidente la sua concezione pessimistica della vita: la perdita dell'ultima illusione (l'amore) porta l'autore a vedere in maniera chiara ed evidente la triste condizione dell'uomo, destinato a una sofferenza perenne, che può terminare solo con la morte (indicata da Leopardi come l'unico dono che la ''Natura'' ha concesso all'uomo)

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