domenica 8 febbraio 2015

Il Neoclassicismo


Il Neoclassicismo è un movimento artistico nato intorno agli anni 50 del '700, il suo sviluppo è, senza dubbio, legato a diversi fattori:

  1. nascita della disciplina dell'estetica, che si occupa della teoria in ambito artistico;
  2. in Europa si assiste al diffondersi dell'Illuminismo, un movimento culturale volto a ''svegliare'' gli uomini ed a incoraggiarli a usare la propria ragione;
  3. scavi archeologici di Ercolano (1738) e di Pompei (1748), che riportano alla luce i modelli classici;
  4. la presa del potere, in Francia, da parte dell' Ancient Regime dopo la Rivoluzione Francese.
Johann Joachim Winckelmann, sarà il più importante teorico del neoclassicismo, e sarà particolarmente influenzato dagli scavi archeologici di Ercolano e Pompei, che riportarono alla luce l'arte classica, della quale era appassionato.
Secondo la sua opinione, solo durante la classicità si era raggiunta la vera bellezza, diretta conseguenza della completezza e perfezione della società.

Proprio per la perfezione raggiunta dalla società antica, è impossibile che l'arte della società contemporanea possa raggiungere di nuovo la ''bellezza assoluta'', se non prendendo esempio dagli artisti classici: a partire da queste premesse, Winckelmann teorizzerà il principio di imitazione che farà da cardine per tutto il Neoclassicismo e con il quale, si invitavano gli artisti del tempo a ''imitare'' gli antichi, per riuscire a perseguire la vera bellezza.

Il ''principio di imitazione'' voleva porre l'attenzione su due caratteristiche principali che lo studioso tedesco aveva individuato nelle opere classiche:

  1. la nobile semplicità;
  2. la quieta grandezza.
Per quanto il gesto rappresentato fosse eroico, carico di tensione e passione, gli eroi rappresentati si presentano sempre imperturbabili; non vi è la rappresentazione diretta delle passioni, ma di un'idea di passione, un concetto comprensibile razionalmente, che porta il fruitore a una riflessione morale .
Per descrivere questo concetto, Winckelmann utilizzerà la metafora del mare: nonostante la superficie del mare sia continuamente agitata, la profondità resta sempre calma; allo stesso modo, gli antichi si presentano calmi e posati, nonostante siano mossi da forti passioni.

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