martedì 27 febbraio 2018

IL CORPO COME LINGUAGGIO (La "Body-art e storie simili)

Il corpo come linguaggioL'argomento del libro di Lea Vergine è volto all'indagine della "Body-art", intesa come un grande calderone all'interno del quale sono raccolte tendenze diverse, accomunate da elementi quali la perdita d'identità (intesa come frantumazione dell'io), la ribellione nei confronti del sistema (inteso come "potere forte"), l'assenza di una forma altruistica ed adulta di amore.
Il mettere in gioco il corpo in tal modo da parte di questi artisti, infatti, implica la ricerca di un amore, o quantomeno di una accettazione della propria persona, un cosiddetto "amore primario".
L'aggressività di molte di queste azioni, performance ed eventi, scaturisce proprio dalla mancanza di questa corrispondenza amorosa. Questo porta questi artisti a rivolgere il proprio amore verso se stessi, portando al narcisismo.
Questo tipo di arte, si pone come obbiettivo la riforma della cultura borghese, e la lotta al concetto di "Ready made" duchampiano, che pare ormai aver fagocitato l'intera produzione artistica, aprendo la possibilità per i prodotti in serie dell'industria, di porsi sullo stesso piano dei manufatti artistici.
Cercano testardamente un accadimento sensazionale, ma al tempo stesso analizzano ogni possibilità di ogni istante, usando una grande quantità di energia nelle loro ricerche.
La ricerca di un nuovo modo cognitivo e percettivo è alla base del loro lavoro, vogliono sperimentare tutte le possibilità che sono date all'uomo per conoscere ed esperire la realtà, attraverso loro personali esperienze autentiche, dunque dolorose. Le loro azioni si muovono tra voyeurismo ed esibizionismo, castrazione ed autoconservazione, sadismo e piacere masochistico.
Dal punto di vista psicologico, possiamo associare questi comportamenti alle nevrosi, paranoia, aspirazione all'onnipotenza, dissociazione, delirio.

La tecnologia giocherà un ruolo chiave in questo processo artistico, dato che spesso gli autori ricorreranno a cineprese e registratori per rendere più duratura la loro azione contingente; l'artista si pone come oggetto che utilizza, ed è consapevole di tale operazione, opponendosi alla fredda oggettualità del Ready made.
L'unico modo per conoscere il corpo umano è viverlo e sperimentare appieno le sue possibilità. Questo comporta la valorizzazione di tutte le azioni che possono essere compiute durante una giornata, dalle più spettacolari, alle più umili ed intime (la propria voce, il rapporto con i propri genitali, ricostruzioni del proprio passato), nel tentavo, appunto, di cogliere la totalità delle nostre possibilità.
Viene studiato l'uomo nella totalità delle sue possibili esistenze, nei suoi atti pii e osceni, il suo gusto per la decadenza e l'espiazione.