giovedì 22 marzo 2018

PASSAGGI - ROSALIND KRAUSS (Cap.7) pt.2

Cap. 7: Doppio negativo: una nuova sintassi per la scultura

Generalmente si  pensa che capire a cosa un oggetto assomigli significhi dargli una forma e dunque proporre un'immagine (o modello) che ordini quello che prima appariva un insieme incoerente di fenomeni.

Attraverso la disposizione delle cose "una dopo l'altra", invece, i minimalisti  richiamano lo scorrere dei giorni, al quale non è associata una forma o una direzione, né un senso intrinseco.
Che cosa dunque si pone dietro a questa strategia compositiva?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo associare queste disposizioni di oggetti in sequenza realizzate da Donald Judd, a Marcel Duchamp ed ai readymades da lui realizzati circa 50 anni prima.

Questi artisti utilizzano infatti elementi di origine commerciale, evidentemente riportando in primo piano uno degli elementi caratteristici della poetica duchampiana. 
Tuttavia, la minimal art, al tempo stesso, si distanzia da questo atteggiamento: gli artisti pop (che si ispireranno a Duchamp) utilizzano immagini già fortemente connotate, come fotografie di stelle del cinema o fumetti, mentre i minimalisti utilizzano elementi slegati da qualsiasi significato specifico.
Questo permetterà loro di sviluppare un'altra concezione degli elementi di base della scultura per arrivare a scoprire che alcuni materiali potevano essere utilizzati senza che vi fosse l'impressione di una loro manipolazione. E proprio il fatto che questi oggetti non erano stati prodotti direttamente dagli artisti, ma dall'industria e addirittura per altri scopi, conferisce a questi oggetti una opacità naturale, ovvero, rende difficile poter leggere al loro interno un significato ulteriore oltre a quello banalmente evidente della loro funzione in quanto merce (ad esempio nel caso di un mattone, si parla evidentemente della sua funzione strutturale). 
Sono utilizzati oggetti assolutamente refrattari ad ogni tipo di significato, trattati esattamente come oggetti d'uso e non come veicoli d'espressione.
Combinando insieme queste diverse caratteristiche del readymade, gli artisti minimalisti formano degli insieme qualificabili come composizioni scultoree, costituiti da una assenza di rapporti gerarchici tra i diversi materiali, poiché tutti figli della produzione industriale, dunque uguali tra loro.
Proprio per questa omogeneità presente nell'essenza stessa di questi oggetti, gli schemi compositivi più adatti alla loro rappresentazione risultano essere ripetizione e progressione seriale, che eliminano, al tempo stesso, il bisogno di una focalizzazione sul singolo elemento ed i limiti legati all'essenza stessa dell'opera.
Mettere in rapporto elementi tra loro, senza porre l'attenzione su nessuno di essi in particolare, e senza dare una base logica all'intera operazione, elimina la necessità di un centro per l'opera stessa. 
L'opera ora ha una sua validità esistenziale, del tutto sconnessa da ogni forma di necessità interna ( di significato intrinseco delle forme).

Pt.1

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