sabato 14 gennaio 2017

“LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore”

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“LOVE. L’arte contemporanea incontra l’amore” è un’esposizione temporanea, presso il Chiostro Del Bramante a Roma,  dal 29 ottobre 2016 al 19 febbraio 2017, incentrata su una raccolta di opere di arte contemporanea legate al tema dell’amore.
La forza della mostra sta proprio nella scelta di un tema tanto universale come l’amore che, anche se con modalità diverse, incontra la vita di tutti prima o poi. Questo sentimento, che nasce come privato ed esclusivo, trova un grande spazio interamente dedicato, all’interno del quale non viene inteso in modo univoco, ma è rappresentato nelle sue diverse forme, attraverso le interpretazioni degli artisti, che ne evidenziano tutte le possibili sfaccettature: dolcezza, passione, gelosia, rabbia, malinconia, solo per citarne alcune.
In questo contesto, il pubblico gioca un ruolo fondamentale: non gli viene chiesto di visitare un museo, ma di vivere un’esperienza ricca di emozioni, provare sentimenti reali attraverso diversi stimoli. Diventa assolutamente protagonista, ad esempio, nel momento in cui lascia un proprio pensiero sulle pareti, concepite proprio per diventare una grande pagina che parla d’amore, attraverso le testimonianze di tutti, perché se è vero che le opere esposte degli artisti sono il motivo centrale dell’esposizione, riguardo l’amore non esistono specialisti o conoscitori più esperti di altri.
Un altro spunto che permette un’intensa partecipazione per il pubblico è la possibilità (che in realtà è un vero e proprio invito) di fotografare le opere, contrariamente alle tradizionali esposizioni artistiche, e di condividerle sui social network con l’hashtag ufficiale #chiostrlove, per trasportare l’esperienza museale nella realtà multimediale, evidenziando il continuo processo di evoluzione del museo, sempre più orientato all’integrazione con la tecnologia.
Il percorso nell’esposizione inizia proprio con le opere “LOVE” ed “AMOR” entrambe realizzate da Robert Indiana, che fa immergere immediatamente il fruitore nel clima della mostra: i due quadrati di lettere condensano il motivo principale dell’agire umano e del fare artistico (fare arte è sempre un atto d’amore) in due parole che si fanno materialmente concrete ed invadono lo spazio con forza ed irruenza, proprio le caratteristiche dell’amore nel momento in cui si manifesta per la prima volta.
All’interno, l’allestimento si presenta altamente provocante e quasi eccessivo, caratterizzato da moquette rosa e delle figure di amorini che segnalano il percorso al visitatore. Questa atmosfera volutamente kitsch è realizzata attraverso elementi convenzionalmente associati alla sfera del desiderio ma, al tempo stesso, provoca il visitatore, chiedendogli di comprendere le opere esposte nel profondo, senza fermarsi alla forma esteriore.
Danilo Eccher, il curatore della mostra nonché ex direttore della Galleria d’Arte di Bologna, ha volutamente creato un’atmosfera artificiale spinta all’estremo per dare l’impressione di un “paese dei balocchi contemporaneo” dove, tuttavia, l’atmosfera forzatamente festosa, nasconde, in realtà, un trattamento molto più riflessivo del tema. “Questa mostra non vuole dare risposte, ma permettere a chiunque di rivivere la dimensione dell’amore attraverso frammenti e suggestioni” afferma il curatore che, ispirandosi ai videogiochi, crea degli ambienti che sfidano l’intelletto del visitatore attraverso diversi stimoli, fino alla sala conclusiva, la più “instagrammata” della mostra, con l’esposizione di Yayoi Kusama “All the Ethernal Love I Have for the Pumpkins”, all’interno del quale il visitatore può meditare sul viaggio emozionale compiuto, circondato dalle proprie proiezioni, in uno spazio irreale.

LE OPERE
Il percorso della mostra viene spiegato attraverso le audio guide che, in via eccezionale, per questa mostra sono ben cinque: John, Coco, Amy, David e Lily, cinque compagni di viaggio che guideranno il visitatore attraverso le sale, cercando di rendere la visita leggera ma, al tempo stesso, accattivante e suggestiva.
Di seguito sono riportate alcune delle opere che meglio riescono a condurre il visitatore al cuore della mostra, colpendo direttamente la sfera emozionale più autentica, commuovendo, ma al tempo stesso proponendo delle riflessioni su determinati aspetti dell’amore, che gli artisti hanno condensato nelle loro creazioni, per poter comunicare universalmente le loro esperienze.
L’opera “Smoker #3” di Tom Wesselmann rappresenta  una bocca femminile intenta a fumare. Queste labbra, con un acceso senso erotico e sensuale, vengono considerate proprio per il desiderio che queste suscitano nell’amante. Quello rappresentato è un amore carnale, attraente quanto inafferrabile, proprio come il fumo che si perde nell’aria. L’artista indaga la figura della “femme fatale”, attraverso una sua rappresentazione stereotipata ereditata dal mondo del cinema, l’ideale della donna che sfugge e, nella sua indipendente supremazia, non si cura delle angosce che infligge all’amante.
Joana Vasconncelos, con il suo “Red indipendet Heart #3”, riesce ad esprimere in pochi secondi, attraverso la lentezza della rotazione del cuore e la malinconia della melodia del fado, il lamento per la perdita della genuinità dell’amore, che si è smarrito nella banalità dei luoghi comuni quotidiani. Proprio attraverso elementi di poco conto, quali posate di plastica rosse, l’artista realizza il suo grande cuore, riccamente ornato, simbolo della perfezione e della ineguagliabile bellezza del sentimento originario, troppo svilito dalla ripetitività.
In “VBSS.003.MP”, Vanessa Beecroft celebra la donna e la possibilità di un amore multiculturale, emblema della famiglia moderna. La figura femminile è presentata con la stessa ieraticità di una scultura sacra, e sembra legarsi direttamente alla rappresentazione del tema della “Madonna con bambino”, proponendo, tuttavia, una nuova scena di epifania, dove l’elemento divino viene rintracciato nell’universalità dell’amore che riesce a scavalcare le barriere  dettate dalle differenze culturali.
Anche Marc Quinn, ispirandosi a modelli secolari (alla statuaria classica in questo caso) realizza attraverso una forma “antica” un’opera tanto attuale quanto commovente: “Kiss”, la rappresentazione di un bacio tra due portatori di handicap realmente sposati. Il merito dell’artista sta nella resa assolutamente dignitosa del soggetto, che non viene osservato da un punto di vista superiore, evitando di cadere in un facile pietismo. Attraverso il trattamento serio del soggetto, emerge chiaramente la volontà  di considerare l’amore Vero, nella sua concreta imperfezione, e non come sentimento astratto, lontano dalla reale esperienza vissuta.
Image result for mostra loveL’ultimo ambiente ospita l’installazione “All the Eternal Love I Have fot the Pumpikns” realizzata da Yayoi Kusama. La sala è gremita di zucche-lanterne a pois e delimitata da pareti di specchi che danno la sensazione di trovarsi in uno spazio irreale ed infinito, che sfugge alla comprensione razionale, all’interno del quale l’artista chiede di abbandonarsi. Solo immergendosi completamente in questa esperienza si può comprendere lo spunto proposto dall’autrice, che invita a riflettere sulla differenza tra la realtà concreta e le costruzioni illusorie, che spesso si confondono nelle prima fasi dell’innamoramento.
Nel complesso, il merito più grande della mostra è la capacità di trattare un tema semplice ma, al tempo stesso, delicato come l’amore senza cadere in una eccessiva sdolcinatezza, anzi riuscendo a sviscerare le sensazioni ad esso associate in maniera coerente e completa. Risulta vincente la sfida che vede il sentimento come nucleo fondamentale di una esposizione, poiché si allarga la fascia del pubblico interessato a fruire questo tipo di esperienza, e la visita stessa diventa un percorso di scoperta dell’arte quanto della propria interiorità.




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