venerdì 30 gennaio 2015

Giovanni Pascoli

 Giovanni Pascoli è, sicuramente,  uno dei più grandi esponenti del movimento decadente italiano.
La vita privata dell'autore fu sconvolta, sin dalla tenera età, da numerosi lutti (il più importante dei quali sarà quello del padre, per la giovinezza del poeta e poichè causerà la perdita di una sicurezza economica per tutta la famiglia), che segneranno inevitabilmente la poetica di Pascoli.
Questa serie di spiacevoli eventi, porteranno l'autore a chiudersi gelosamente in ciò che restava del suo ''nido'', vivendo per tutta la vita con le sorelle; questo isolamento volontario, seguito per onorare i cari defunti, lo porterà a isolarsi dal mondo esterno, e comporterà la sua difficoltà a relazionarsi con l'altro (a questo proposito, suggerisco il testo ''Il Gelsomino notturno'' per un esempio concreto).
Nelle sue liriche, si ritrova spesso, infatti, il tema del ''nido'', concepibile, in termini semplicistici, come ''famiglia'', ma si può cogliere dalle sue opere, come questo termine vada a esprimere una serie di concetti i quali richiamano in modo metaforico, propriamente il calore di un ''nido'' animale, dove i genitori scaldano i propri piccoli dal freddo; allo stesso modo, il nucleo familiare, secondo Pascoli, è l'unico luogo in cui l'uomo può sentirsi realmente protetto dalla crudeltà della realtà esterna, teatro di barbarie quotidiane.
Secondo il poeta, infatti, solo il ''nido'' riesce a fornire all'uomo una bella illusione, non mostrandogli la durezza e la crudeltà della vita, proprio come una mamma che rassicura il suo filglioletto se questo piange (motivo spesso presente nelle poesie pascoliane).


Altro tema centrale nella poetica di Pascoli è quello del ''fanciullino''; secondo il poeta, sopravvive nell'animo di ogni uomo una parte più giocosa e ingenua che permette agli uomini di cogliere l'aspetto positivo delle cose, e nel momento in cui questo le vede, è come se le vedesse per la prima volta, riscoprendole e cogliendone sempre un aspetto diverso.
In particolare, il poeta è tale solo se è ''fanciullino'', in quanto questo stato permette di cogliere la realtà ''vera'', quella dietro l'aspetto meramente materiale delle cose, e fa sì che l'artista colga le analogie e le corrispondenze che collegano tutte le cose, permettendogli di spaziare con i suoi ragionamenti, proprio con l'ingenuità di un fanciullo.

Nessun commento:

Posta un commento