sabato 7 febbraio 2015

William Turner- Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le alpi



William Turner- Bufera di Neve: Annibale e il suo esercito attraversano le alpi (1812)

Nell'opera, l'artista mescola un argomento storico con una propria esperienza di vita: nel 1810 restò, infatti, bloccato per alcune ore in una tempesta di neve.

Il dipinto si presenta evidentemente sproporzionato e diviso in due zone:
  1. il cielo, protagonista assoluto dell'opera;
  2. un sottile lembo di terra, nella parte inferiore, dove si trovano delle figure umane, rappresentate minuscole a sottolineare l'impotenza dell'uomo in questa situazione.

L'unico riferimento alla storia che si vuole rappresentare è il titolo, dato che non si riconoscono, a primo impatto, elementi che possano far pensare all'impresa compiuta da Annibale e il suo esercito.
Solo se si guarda attentamente si può scorgere in lontananza la figura del comandante cartaginese su un elefante con il resto della sua armata, riconoscibile solo con l'aiuto del titolo (a sottolineare il disinteresse di Turner nel raccontare una storia).

La pittura, aldilà del titolo, è totalmente svincolata dal racconto, rivendicando così l'indipendenza dell'arte pittorica, rispetto alla storia (come già osservato in ''Pioggia, vapore e velocità''), dato che l'arte deve essere concepita come traduzione delle emozioni e sensazioni vissute.
Contraddicendo i principi dell'arte classica, inoltre, Turner non vuole esaltare la figura di un eroe in grado di ergersi contro la tempesta, ma al contrario, rappresenta degli antieroi, degli uomini comuni colti in un momento di paura, mentre cercano riparo da un fenomeno da cui non possono difendersi.


La pittura è priva di un disegno; l'opera è costituita da un turbine di pennellate (in particolare la bufera), per trasmettere la sensazione di angoscia e timore della bufera; non si può, tuttavia, negare che nonostante la paura che suscita, la contemplazione della bufera porta piacere, per la sua inconoscibilità e per il suo mistero, traducendo in maniera ottima il concetto di sublime.


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